La mostra Il bosco e le piante nella crisi climatica attuale: il caso della Magnifica Comunità di Fiemme, rappresenta l’ultimo evento proposto nell’ambito delle iniziative legate al cinquecentenario delle guerre rustiche. Il 13 dicembre è stata consegnata, nelle mani dello Scario Mauro Gilmozzi, la bandiera itinerante
simbolo dell’Anno tematico 2025, che in 12 mesi ha fatto tappa in numerosi musei e istituzioni dell’euroregione. A portarla l’avventuriero estremo Danilo Callegari, che, dopo aver raggiunto la cima del Monte Rocca, ha aperto la vela del suo parapendio ed è atterrato nei pressi di Cavalese, per giungere poi direttamente nel Salone Clesiano del Palazzo della Magnifica Comunità di Fiemme.
Escursioni alla scoperta di un territorio in trasformazione, serate di proiezione di documentari sulla crisi climatica e ambientale, incontri partecipativi, presentazioni di libri tematici, conferenze di carattere storico, naturalistico e forestale, un podcast di quattro puntate e una piccola esposizione allestita al Museo di Scienze a Archeologia di Rovereto, hanno dunque preceduto l’inaugurazione della mostra Il bosco e le piante nella crisi climatica attuale: il caso della Magnifica Comunità di Fiemme, tenutasi venerdì 13 dicembre, ad ore 17.30, presso le suggestive sale dell’ex palazzo vescovile di Cavalese.
In occasione del cinquecentesimo anniversario delle guerre contadine del 1525, che rappresentarono un periodo di crisi e incertezza, la Magnifica Comunità di Fiemme ha deciso di raccontare attraverso la mostra un suo importante momento di riflessione: la gestione dei boschi e di altri beni comuni alla luce
dei drastici eventi naturali che, negli ultimi anni, hanno profondamente segnato il suo territorio. I cambiamenti climatici, di cui la tempesta Vaia e l’epidemia di bostrico ne sono l’emblema, rappresentano per l’ente una sfida da affrontare, non da sola, ma con la partecipazione e il coinvolgimento dell’intera collettività. L’obiettivo, in linea con il motto dell’Anno tematico “guardare oltre – weiter sehen”, è quello di agire e di trasformare una crisi economica e sociale in un’opportunità per ripensare e progettare insieme il proprio futuro.
L'esposizione restituisce al pubblico alcuni dati e riflessioni emersi nel corso dei numerosi appuntamenti organizzati nel 2025 e si presenta come il risultato del lavoro congiunto di più persone tra operatori museali, tecnici forestali, geografi, antropologi, fotografi, grafici, artisti, artigiani, amministratori e un gruppo di Vicini che ha a cuore il destino della propria valle.
La mostra si sviluppa al primo e al secondo piano del Palazzo, che a Cavalese fu sede estiva dei Principi vescovi di Trento. Essa inizia analizzando il periodo storico caratterizzato dai motti rivoltosi “dell’uomo comune”, dai fatti accaduti in Fiemme nel 1525 e dalle politiche di gestione forestale che l’antica Comunità introdusse tra il XVI e il XVIII secolo. L’esposizione mostra dunque le peculiarità geografiche, linguistiche e organizzative di un ente sorto più di mille anni fa e spiega come esso oggi gestisce un territorio di oltre 20.000 ettari, dove le attività agro- silvo-pastorali rappresentano ancora un elemento cardine della sua economia.
Si passa quindi alla valutazione delle cause, dei danni e degli effetti sul bosco e sul tessuto sociale, provocati dalla tempesta Vaia e dalla devastante epidemia di bostrico, per proseguire poi con un focus dedicato ad alcune conseguenze delle variazioni climatiche sulle specie floristiche: un’installazione artistica mostra alcune di esse incontrate nel corso di due escursioni sul Monte Agnello e lungo l'Avisio. Le riflessioni sul bosco del futuro, sulle strategie di rimboschimento naturale e sui progetti sperimentali di migrazione assistita delle piante, dialogano con un altro intervento artistico che, attraverso alcuni disegni, ripropone un giovane bosco e che invita a proseguire la mostra al secondo piano. Le ultime sale espositive sono invece dedicate a illustrare, in modo semplice e didattico, i vantaggi forniti dai servizi ecosistemici. La mostra si conclude con uno spazio intimo di riflessione per tutti i visitatori. Grazie alla presentazione dei lavori realizzati durante dei workshop organizzati con un gruppo di Vicini e Vicine e condotti da un'esperta di geografia sensibile, si invita il pubblico a pensare al proprio rapporto emotivo con lo spazio che si abita. Un punto di partenza importante per ripensare insieme al futuro del territorio come bene comune.
L’esposizione interagisce con l’altra mostra allestita all’interno del Palazzo: Domino 3.0: Generated Living Structure. Dalla ferita alla forma. Kengo Kuma e l’architettura che rigenera, curata da Roberto Daprà ed Elio Vanzo, dove il legno ferito da Vaia e dal bostrico diventa materia viva per un’architettura generativa. In
questo modo, la riflessione sulla crisi climatica si intreccia con quella sul futuro utilizzo del legno, trasformando una risorsa segnata dalla natura in occasione di resilienza e di progettazione condivisa.
Magnifica Comunità di Fiemme


