Cos’è Schengen?
Lo spazio Schengen è nato il 14 giugno 1985 con la firma dell’Accordo Schengen per permettere alle persone di muoversi liberamente tra i loro confini senza controlli. Questo sistema ha portato benefici significativi, come la possibilità di spostarsi più facilmente per lavoro, turismo o studio, favorendo anche l’economia, lo scambio culturale e la sicurezza tra gli Stati. Inoltre, la creazione dell’area Schengen ha rappresentato un elemento chiave per la realizzazione del mercato unico europeo. Oggi, circa 450 milioni di persone vivono in uno dei Paesi parte di Schengen, e nel 2024 questa zona è stata la destinazione turistica più visitata al mondo, con oltre un miliardo di arrivi. Nel corso del tempo, lo spazio Schengen si è evoluto da un’area di libera circolazione a un sistema integrato per la gestione coordinata dei confini esterni, della sicurezza e delle politiche migratorie. Questo è stato possibile grazie all’introduzione di normative comuni in materia di visti, rimpatri e cooperazione dei corpi di polizia a livello europeo.
Attualmente, lo spazio Schengen include 29 Paesi europei, di cui 25 Stati membri dell’Unione europea. L’area è in continua espansione, come dimostrato dal recente ingresso di Bulgaria e Romania a gennaio 2025. L’adesione allo spazio Schengen è diventata un elemento centrale del processo di allargamento dell’Unione europea: ai Paesi candidati è richiesto di disporre di sistemi nazionali di gestione di Schengen pienamente funzionanti al momento di ingresso nell’UE.
Quali sono gli aspetti principali della relazione sullo stato di Schengen 2025?
Nel mese di aprile 2025, la Commissione europea ha pubblicato il quarto rapporto sullo stato dello spazio Schengen, un’indagine annuale condotta dal 2022. Questo documento punta a rafforzare la governance condivisa dell’area Schengen per garantire risposte comuni e coordinate alle sfide attuali. Il documento evidenzia i benefici che questo progetto ha portato per i cittadini e le imprese europee finora, e presenta le nuove priorità per il futuro dell’area Schengen.
Le principali priorità strategiche individuate per lo spazio Schengen includono:
Rafforzare la governance politica e operativa tramite l’attuazione di norme e strumenti comuni, nonché l’impiego coordinato di risorse e infrastrutture. Il rapporto segnala che, nel 2024, circa il 65% delle raccomandazioni fornite dal meccanismo di valutazione e monitoraggio Schengen non sono state ancora attuate. La Commissione europea propone pertanto un rafforzamento di questo meccanismo, estendendolo anche ai Paesi candidati all’ingresso nell’UE;
Accelerare la digitalizzazione per rendere i controlli di sicurezza più efficienti, riducendo i rischi. L’UE vuole continuare a sostenere la ricerca e l’innovazione per sviluppare soluzioni innovative a tutela dello spazio Schengen;
Promuovere un approccio comune alla sicurezza con un quadro di intelligence condiviso, azioni operative congiunte e una maggiore cooperazione tra le autorità di contrasto alla criminalità. Un ruolo importante viene dato allo scambio di informazioni tra le autorità nazionali, grazie a strumenti come il Sistema d’informazione Schengen (SIS) e il sistema europeo di sorveglianza delle frontiere EUROSUR;
Incentivare le relazioni con Paesi terzi, sia all’interno del vicinato europeo che oltre, in continuità con le attività intraprese da Europol e Frontex negli ultimi anni.
Infine, la Commissione europea invita il Consiglio Schengen, che si riunirà a giugno 2025 in occasione del quarantesimo anniversario dell’area, a esaminare e adottare le priorità presentate nel rapporto per il ciclo Schengen 2025-2026.