A pochi giorni dall'inizio della COP30, i ministri dell'ambiente dell'UE hanno concluso lunghi negoziati su un quadro europeo aggiornato per il clima. L'accordo fornisce all'UE una posizione unificata a Belém e si concentra su un contributo determinato a livello nazionale (NDC, Nationally Determined Contributions) rivisto, che delinea i percorsi nazionali per la riduzione delle emissioni e le misure di adattamento.
Il nuovo piano prevede una riduzione delle emissioni nette di gas serra dal 66,25% al 72,5% entro il 2035 rispetto ai livelli del 1990, stabilendo la direzione per il prossimo decennio di azione per il clima.
I ministri hanno inoltre approvato un emendamento alla legge europea sul clima che stabilisce l'obiettivo di ridurre le emissioni nette del 90% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2040. Di questo, l'85% deve essere ottenuto a livello nazionale, mentre fino al 5% può provenire da crediti di carbonio internazionali. L'accordo include una clausola di revisione che consente di apportare modifiche in caso di rischi significativi per l'economia o la sicurezza energetica.
Insieme ai nuovi obiettivi per il 2035 e il 2040, queste misure supportano il percorso stabilito dall'UE per ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 e raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Questo compromesso consente all'UE di presentare una posizione consolidata sul clima alla COP30, sebbene la reazione sia stata varia. Diversi governi hanno sottolineato la necessità di preservare la competitività e gestire i costi di transizione, mentre le organizzazioni ambientaliste hanno avvertito che i meccanismi di credito potrebbero indebolire l'ambizione generale.
Alla conferenza, l'UE mira anche a concentrarsi sul progresso dell'adattamento climatico, sull'espansione delle tecnologie pulite e sulla promozione di una transizione equa dai combustibili fossili: l'UE e i suoi Stati membri rimangono i maggiori donatori mondiali di finanziamenti per il clima. Solo nel 2024, hanno fornito 31,7 miliardi di euro di finanziamenti pubblici per il clima e mobilitato altri 11 miliardi di euro di finanziamenti privati per sostenere i paesi in via di sviluppo. Inoltre, all'inizio del 2025, è stato lanciato il Global Energy Transition Forum per migliorare la cooperazione sui sistemi energetici e l'implementazione di energia pulita.
Il lavoro all'interno dell'UE continua parallelamente ai negoziati internazionali, per aiutare la transizione verde: la Commissione europea ha presentato quest'anno il Clean Industrial Deal for Europe, un pacchetto di politiche progettato per sostenere la decarbonizzazione industriale e mantenere la posizione dell'Europa nel settore globale delle tecnologie pulite. Il prossimo Quadro Finanziario Pluriennale (QFP, 2028-2034) dovrebbe rafforzare gli investimenti in innovazione, circolarità e infrastrutture moderne, integrando i più ampi obiettivi climatici.
